Jean Soldini

Alberto Giacometti

Lo spazio e la forza

Informazioni
Collana: Filosofie
2016, 130 pp.
ISBN: 9788857535937
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Sinossi

Il saggio si occupa del rapporto di Giacometti con la pratica dello spazio partendo da un’intuizione attestata da un disegno del 1930 circa – un disco con un foro al centro, diviso in sezioni – dove il tempo comincia a trasformarsi in spazio: «tutto sprofonda, [...] tutto torna, niente è passato», scrive l’artista su quel foglio. È un’idea che riafferma in modo più esplicito nel 1946: «Il tempo diventava orizzontale e circolare, era simultaneamente spazio». Lo ribadirà ancora negli anni Sessanta. Nella seconda parte della sua opera, dopo le esperienze postcubiste e surrealiste, giungerà a una coincidenza di spazio e tempo. L’objet invisible (1934) sarà un’opera cardine, indispensabile perché il lavoro dell’artista possa diventare attesa infinita che le cose vengano prendendo l’iniziativa. Il pittore Jean Hélion, nel 1947, diceva che la figura giacomettiana è carica come una pila. Sono tuttavia le cose stesse che per l’artista sono, in primo luogo, cariche come pile. Di fronte a una testa non si preoccupa di aspetti del tipo: è quella di un giovane, di un vecchio, di un uomo, di una donna, di una persona o di un’altra. Sono aspetti molto importanti, ma in quanto spinti in avanti dalla forza che si manifesta nell’interazione tra quella carica e l’artista. Quest’ultimo contribuisce a generare un campo di forze insieme al suo modello, una distanza che è la profondità temporale e spaziale dell’andirivieni degli esseri, del loro apparire e sparire, della loro violenza che porta lo scompiglio in uno spazio geometrico, astratto. Le figure filiformi sono il tentativo di restituire quel campo di forze che comprende l’erezione massima dell’apparire della potenza di una presenza. L’ergersi dell’apparire di una presenza non lo puoi però bloccare a piacimento. Lo devi sempre attendere al varco. È qui che lo spazio come campo coincide con l’eterno ritorno delle forze generate dall’interazione tra cose. Giacometti scolpisce e dipinge questa coincidenza di tempo e di spazio, questo incontrarsi, perdersi e nuovamente ritrovarsi di una testa e dell’artista al più alto livello d’intensità. Perdersi e ritrovarsi come campo anonimo, coscienza apersonale, alimentati da un lavoro ossessivo che ne è la cornice pur appartenendo loro.

Jean Soldini (1956) è nato nella Svizzera italiana. I suoi studi gravitano attorno a un’estetica indissociabile dall’ospitalità come resistenza orientata verso la moltitudine degli enti e dei loro spazi comuni. Per le edizioni Mimesis è uscito, nel 2012, il libro: A testa in giù. Per un’ontologia della vita in comune, pref. di René Schérer. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo inoltre: Alberto Giacometti. Le colossal, la mère, le “sacré”, Lausanne 1993, Saggio sulla discesa della bellezza. Linee per un’estetica, Milano 1995, Alberto Giacometti. La somiglianza introvabile, pref. di R. Schérer, Milano 1998, Il riposo dell’amato. Una metafisica per l’uomo nell’epoca del mercato come fine unico, Milano 2005, Storia, memoria, arte sacra tra passato e futuro, in AA. VV., Sacre Arti, a cura di F. Gualdoni, Bologna 2008, Resistenza e ospitalità, Milano 2010, Alberto Giacometti. L’espace et la force, Parigi, 2016. Come poeta ha pubblicato tre raccolte di versi. L’ultima: Tenere il passo, prefazione di Jean-Charles Vegliante, Faloppio (Como) 2014.

Recensioni

Roberta Mazzola Dabbeni - Il Cantonetto, luglio 2017,
"Libreria"
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Marino Cattaneo - Cenobio, ott-dic 2016
"Jean Soldini, Alberto Giacometti"
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Ivo Silvestro - La Regione Ticino, 29 dicembre 2016
"La forza di Alberto Giacometti"
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Massimo Daviddi - acpnet.org, 29 dicembre 2016
"Alberto Giacometti. Lo spazio e la forza"
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Gioacchino Toni - ilpickwick.it, 30 novembre 2016
"Alberto Giacometti. Lo spazio e la forza"
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Gilberto Isella - Giornale del popolo, 12 novembre 2016
"Il ritorno di Jean Soldini sull'universo di Giacometti"
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Jean Soldini - Corriere del Ticino, 26 settembre 2016
"Come imparare a osservare una testa"
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