VIDEO



CANTARE LA RIVOLUZIONE: MUSICA E PAROLE DA UN MONDO ARABO CHE CAMBIA, di Fernanda Fischione


El Général, Rais Lebled
Ramy Essam, ‘Aysh hurriyya
Yusra el-Hawary, el-Sur
Autostrad, Ana bakhaf min el commitment
Mashrou‘ Leila, Lil watan
Maryam Saleh, Ana mesh baghanni
Maurice Louca, Salute the Parrot
El Rass, Min kawkab al-fayha’
Issam, Trap beldi
Saad Lamjarred, Lm3allem

E IO SOGNAVO UNA POESIA CHE TERMINAVA IN UNA RIVOLTA DI PIAZZA, di Silvia Moresi


Ya sha‘b Masr (O popolo d’Egitto)
testo e voce del poeta Tamim al-Barghuthi
regia di Mohamed Ref‘at
prodotto da Qabila Media Company

The celebration
di Ghayath al-Madhoun e Marie Silkeberg
testo e voce del poeta Ghayath al-Madhoun. I versi sono tratti dal componimento al-Tafasil (Dettagli) del 2012.
Traduzione in inglese di Catherine Cobham

STILL RECORDING. LA RIVOLUZIONE DEL GRANDE SCHERMO, di Olga Solombrino


TAMANTASHAR YOM - 18 DAYS - Teaser 2 - Cannes 2011
IN THE LAST DAYS OF THE CITY TRAILER
Clash (Eshtebak) Official UK Trailer (English Subtitles)
Brooks, Meadows and Lovely Faces
As I Open My Eyes Official Trailer 1 (2016)
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SILVERED WATER, SYRIA SELF PORTRAIT Trailer | Festival 2014
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Of Fathers and Sons – Official Trailer
Trailer of Still Recording / تريلر لسّه عم تسجّل
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La bicicletta verde
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Scales (Sayidat Al Bahr)
Libere Disobbedienti Innamorate | Trailer ufficiale Italiano
Sofia: Trailer Italiano del Film (2019)
Much Loved

IMMAGINI

LA STRADA È LO SPAZIO COMUNE, di Luce Lacquaniti

Muri di guerra, muri di separazione: i precursori




“Scrivi, sono arabo”, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“Beirut non muore” di Siska e Prime, Beirut 2007. (Foto Michelle L. Woodward)  


“Pace”, Ashekman, Tripoli (Libano) 2017. (Foto archivio Ashekman)


“I love corruzione” di Ali Rafei, Beirut 2011. (Foto Ali Rafei)   


“Combatti lo stupro”, Beirut 2012. (Foto dal blog beirutwalls)


“Tiè”, stencil di Hamed Sinno che deforma il simbolo musulmano della mano di Fatima, Beirut 2008. (Foto Elias Muhanna dal blog Qifa Nabki)

Gli slogan, ovvero la materializzazione della voce




“Il popolo vuole un sistema parlamentare”, Tunisi 2011. (Foto Luce Lacquaniti)


“Il popolo vuole i diritti del povero”, gruppo Zwewla, Siliana (Tunisia) 2015. (Foto Oussama Bouagila)


“Out. Dégage”, Taʻizz (Yemen) 2011. (Foto Jameel Subay)


“Abbasso, abbasso il governo dei militari”, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


In giallo: “La strada è del popolo. Abbasso il governo dei militari”, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti) 


Stencil di El Teneen, Il Cairo 2014.  (Foto El Teneen)

Reclamare lo spazio, riscrivere la realtà




“Piazza del Povero”, Zwewla, Tunisi 2012. (Foto Zwewla)


“Benvenuti in Via dell'Apartheid”, Hebron (Palestina) 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


Muro di separazione a Qalandia (Palestina), Banksy 2005. (Foto di Simio via Wikimedia Commons, CC BY-SA 1.0)


Baghdad 2011. (Foto Caecilia Pieri)


Baghdad 2009. (Foto Caecilia Pieri)


Trompe l'oeil di Shaza Khaled e Alia Tayeb, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)

Ci avete visti? rappresentazioni e autorappresentazioni




Ritratti di manifestanti feriti agli occhi. Ammar Abo Bakr, via Mohamed Mahmoud, Il Cairo 2011. (Foto Ali Khaled)


“Parla di te” e un'immagine del personaggio palestinese Handala. Zwewla, Kasserine (Tunisia) 2014. (Foto Dalila Yakoubi)


“Facci sentire la tua voce”, stencil di Keizer, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


Carro armato vs. bici, di Ganzeer, Il Cairo 2011. (Foto JoAnna Pollonais)




“No comment”, Gheddafi e figlio raffigurati come scimmie, Tripoli 2011. (Foto da Flickr Feb17Graffiti)


Tripoli 2011. (Foto Khadija Teri dal blog Libyan Street Art)



Muri contro l'oblio: martiri, ordinaria repressione e rivoluzioni tradite




Il martire Mohamed Hanchi ritratto da Zoo Project, Tunisi 2011. (Foto Simona Bonomo)


Mohamed Bouazizi, stencil di Ahl al-Kahf nella piazza della Casbah di Tunisi occupata, 2011. (Foto Ahl al-Kahf)


Martiri di Port Said ritratti da Hanaa el Degham e Ammar Abo Bakr, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


“La Tunisia è una repubblica, una monarchia, uno zoo o una prigione?”, frase di Zouhair Yahyawi. Gruppo Molotov, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“Qui il giorno 9/4/2012 un cittadino tunisino ha subito violenza. Non mi picchiare”, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“La libertà è una pratica quotidiana”, Tunisi 2011. (Foto Simona Bonomo)


“Il povero è arrivato alla fonte ma non ha potuto bere”, Zwewla, Tunisi 2013. (Foto Luce Lacquaniti)


“Ben Ali è scappato ma i capitali comandano ancora”, Zwewla, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“Rivoluzione meno 5” di Ahl al-Kahf, Tunisi 2011. (Foto Ahl al-Kahf)


Stencil di Ahl al-Kahf, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“Viva la Tunisia libera e democratica”. “I rivoluzionari dicono: non potete prenderci in giro”. “Non c'è altro dio all'infuori di Dio e Maometto è il suo profeta”. Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“I nostri simboli sono eterni”, Beirut 2011. (Foto dal blog beirutwalls)


Ma allora, chi siamo? La riscrittura dell'identità e della storia

 


“La libertà è halal”, cioè lecita secondo il diritto musulmano. Keizer, Il Cairo 2013. (Foto Keizer)



Samira Ibrahim e Aliaa Elmahdy. Le lunghe scritte raccontano le loro storie. Ammar Abo Bakr, Il Cairo 2011. (Foto Hossam el-Hamalawy)


Murale della battaglia in Piazza Tahrir, di Alaa Awad, Il Cairo 2012. Si notano belve nere e donne che soccorrono altre donne (Foto Osama Boshra)


“La voce della donna è rivoluzione”, stencil del gruppo femminista anarchico Feminism Attack, Tunisi 2012. (Foto Luce Lacquaniti)


“La rivolta delle donne nel mondo arabo”, Il Cairo 2012. Logo dell'omonima pagina facebook e campagna internazionale, creato da Hassan El Teibi a partire dalla cartina del mondo arabo. (Foto Darja Stocker)


Stencil di Keizer, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


Stencil di Keizer, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


Stencil di Keizer, Il Cairo 2012. (Foto Hossam el-Hamalawy)


“Il posto delle donne è nella resistenza” di Alaa Satir, Khartum (Sudan) 2019. (Foto Ahmed Mahmoud)


Omar al-Mukhtar, “Non ci arrenderemo. Vinceremo o moriremo”, Libia 2011. (Foto da Flickr Feb17Graffiti)


“Leggete Mahdi Amel”, Beirut 2019. (Foto Luce Lacquaniti)


Opera di Ahl al-Kahf ispirata a Mahdi Amel, Tunisi 2012. (Foto Ahl al-Kahf)


“Siamo condannati alla speranza”, frase tratta dal discorso del drammaturgo siriano Saadallah Wannous alla Giornata mondiale del teatro del 1996. Saraqeb (Siria) 2012. (Foto dalla pagina Facebook  Saraqeb Walls)


Murale tra le macerie, Ahl al-Kahf, Tunisi 2011. Si distinguono Farhat Hached, il Che, la parola intifada (“rivolta”), “Enjoy Capitalism” scritto col font Coca-Cola, Obama simbolo di tossicità. (Foto Ahl al-Kahf)


Adorazione. Opera di Alaa Awad, Il Cairo 2012. (Foto Alaa Awad)