Gli atti di terrorismo, che colpiscono crudelmente molti cittadini inermi di ogni parte del mondo, impressionano spesso per quella che appare come una mancanza di logica: che responsabilità avranno mai i passeggeri in un aeroporto o in una stazione di autobus per atti che altri compiono, spesso a loro totale insaputa, in altre parti del mondo e in scenari completamente diversi? Lo sforzo degli autori del libro è quello di indagare appunto ciò che, prima facie, appare inspiegabile. Che cosa fa sì che emerga progressivamente nella mente di molti individui, e nella mentalità dei loro gruppi di riferimento, la fantasia di una distruttività che non individua nemmeno più un oggetto meglio definito, ma solo un grumo di elementi indefiniti e comunque ostili? L’idea freudiana che le rappresentazioni inconsce non si formino a caso, ma che seguano percorsi piuttosto rigidi, potrebbe essere vista come l’idea base di questo volume; si cerca in effetti nelle sue pagine di mettere in rilievo come il terrorismo sia il frutto di una cultura del terrore che ha molti padri, quasi tutti pronti a disconoscerlo come creatura propria. La storia dei rapporti politici, sociali, culturali e psicologici tra popolazioni dominate, nell’epoca del colonialismo classico, e paesi dominanti, ha non solo lasciato resti importanti, ma anche prodotto ulteriori fatti e relazioni che hanno aumentato a dismisura il magma di risentimento, odio, senso di emarginazione e desideri di rivalsa che paiono oggi dominare il mondo intero.
Franco De Masi, membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, è psichiatra e ha lavorato per molto tempo nell’istituzione psichiatrica. È analista con funzioni di training presso l’Istituto Nazionale di Training della stessa Società, è stato Segretario della Sezione Milanese dell’Istituto Nazionale di Training e Presidente del Centro Milanese di Psicoanalisi. È autore di numerosi volumi tra i quali Trauma, deumanizzazione e distruttività. Il caso del terrorismo suicida (2008).
Vittorio Morfino è ricercatore di Storia della filosofia presso l’Università di Milano Bicocca ed è stato visiting professor presso la USP di São Paulo, l’Université de Paris 1 Panthéon-Sorbonne, l’Université Bordeaux Montaigne e l’Universidad Nacional de Cordoba; tra le sue pubblicazioni più recenti: Le temps et l’occasion. La rencontre Spinoza Machiavelli (2012); Plural temporality (2014) e Genealogia di un pregiudizio. L’immagine di Spinoza in Germania da Leibniz a Marx (2016).
Aldo Giannuli è ricercatore di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Già consulente di varie procure per le strage di Piazza Fontana a Milano, ha collaborato con la commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi. Tra le sue pubblicazioni: Il noto servizio. Le spie di Giulio Andreotti (2013) e Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi) (2016). È membro della Società di Psicoanalisi Critica.
Adriano Voltolin, psicoanalista, è Presidente della Società di Psicoanalisi Critica, Direttore dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica e docente al Corso di Teoria Critica della Società all’Università di Milano Bicocca. Autore di numerose pubblicazioni tra le quali Melanie Klein (2003) e Critica della mente innocua. Gruppo e legame sociale in Bion (2017), ha diretto dalla sua fondazione la rivista “Costruzioni psicoanalitiche”.
ISBN | 978-88-5754-280-5 |
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Pagine | 158 |
Data di pubblicazione | 2017 |
Autore | Aldo Giannuli, Franco De Masi, Vittorio Morfino |
A cura di | Adriano Voltolin |
Collana | Quaderni di Psicoanalisi Critica |
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