Giovanni Bossi

Immaginario di viaggio e immaginario utopico

Dal sogno del paradiso in terra al mito del buon selvaggio

Informazioni
Collana: Itinerari filosofici
2003, 239 pp.
ISBN: 9788884831590
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Sinossi

Fin dagli albori del cristianesimo, l’umanità occidentale ha sognato la felicità nel passato remoto del Paradiso terrestre o nell’estremo futuro del regno messianico dell’ultimo giorno. L’anelito alla beatitudine si è, così, tinto delle opposte tonalità della nostalgia e della speranza. Il sognatore di viaggi, però, immagina il paese della felicità al di là dell’orizzonte invece che al di là della storia. Il sogno di un mondo migliore è la stella polare che dirige il cammino di chi non si appaga di ciò che possiede qui e ora. L’immaginario affranca il sognatore dalle limitazioni della realtà quotidiana e spinge il viaggiatore a oltrepassare qualsiasi confine. Questo libro si propone di lasciar parlare le figure del desiderio di felicità diffuse nei resoconti di viaggio dal Medioevo all’Illuminismo. Il dialogo con le immagini dei paesi raggiunti all’altro capo del mondo fa emergere le fantasie di una natura materna, capace di sciogliere i confini che dividono gli uni dagli altri i suoi figli e che separano la realtà dall’immaginazione. Una fertilità esuberante nutre stirpi che godono di ricchezze eccedenti qualsiasi desiderio: la smodata abbondanza rende inutili il lavoro, il denaro, la proprietà. Il venir meno della distinzione fra il tuo e il mio è lo schema dinamico che rende evanescente ogni demarcazione e porta al rovesciamento di ogni stabile norma. Proprio grazie al regime dei capovolgimenti, basato sulla comunione dei beni, l’immaginario di viaggio permea di sé la costruzione razionale del paese utopico e il mito dei buoni selvaggi, che, ignari di leggi e poteri, ubbidiscono alla sola natura.

Giovanni Bossi (1950) è nato a Milano, dove risiede. È attualmente insegnante liceale di storia e filosofia. Laureatosi all’Università degli Studi di Milano con Pier Aldo Rovatti, è stato a lungo collaboratore della rivista "Aut-Aut". Ha insegnato dal 1974 al 1983 alle 150 ore dell’Alfa Romeo di Arese, ove ha partecipato a una ricerca sull’immaginario del tempo fra gli operai di fabbrica. Alcuni risultati di questo lavoro sono stati pubblicati su "Azimut".