Maurizio Cosentino

La phronesis dei moderni

Neoaristotelismo, post-hegelismo e la filosofia di Ru?diger Bubner

Informazioni
Collana: Filosofie
2017, 256 pp.
ISBN: 9788857540498
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Sinossi

In Socrate la phronesis è disposizione a fare il bene, derivante dalla preliminare conoscenza che si ha di esso; per Platone è invece virtù vera e propria, gnoseologica e pratica, ma specialmente politica: la devono assolutamente possedere i reggitori dello Stato. Aristotele definisce la phronesis: disposizione pratica, accompagnata da ragione verace, intorno a ciò che è bene e male per l’uomo. Essa non è insegnabile, i suoi principi non possono teorizzarsi al di fuori, prima o al di là della prassi, bensì durante. Non sono ancora esistite scuole che rilasciano diplomi in prassi e per quanto riguarda la sua verificabilità, la prassi è interamente affidata a se stessa. Questa virtù, scoperta dagli antichi, corrisponde a ciò che i moderni hanno definito: prudenza o anche astuzia, il sapere bene usare la bestia e lo uomo, soprattutto in senso machiavelliano. Le pagine del XVIII capitolo del Principe, mai definite in modo più autentico: sconvolgenti, sono l’atto di nascita della phronesis dei moderni. Agli inizi degli anni ‘70 del Novecento, la phronesis è stata, in Germania, al centro del dibattito sulla cosiddetta riabilitazione o rinascita della filosofia pratica, trovando forti sostenitori in Gadamer e in Bubner. Tale esperienza ha rappresentato - soprattutto nel caso di Bubner - non solo il riconoscimento dell’assoluta superiorità di Aristotele nell’aver compreso il principio filosofico dell’agire e la struttura della prassi, ma la fondazione di una corrente neoaristotelica, della quale Bubner fu strenuo e inflessibile capofila. Ragione pratica e storia, teoria e prassi culminano in Hegel e divengono il contenuto di un’astrazione post-hegeliana, destinata a conquistare e liberare il mondo nelle forme di una rivoluzione. La critica post-hegeliana ha poi condotto se stessa al compimento pratico della filosofia che dimostra, a sua volta, l’inconfutabilità dell’idealismo tedesco e, soprattutto, di quello hegeliano. Il significato della phronesis degli antichi si riafferma ogni volta che sorge il bisogno della filosofia, che si identifica col bisogno di libertà e che nella libertà trova il suo appagamento. È un atto storicamente concreto che alimenta la politica e il diritto, rinnova e rafforza lo Stato. In questa prospettiva, filosofare non significa solo imparare a morire, bensì imparare, ogni giorno, a vivere più liberi.

Maurizio Cosentino è docente di filosofia. Laureato in pedagogia e in filosofia, ha continuato gli studi, con Ru?diger Bubner, all’Università di Heidelberg, dove ha conseguito il dottorato (Dr. Phil.), e di filosofia dell’idealismo tedesco, alla Humboldt Universität di Berlino. È socio della Deutsche Gesellschaft fu?r Philosophie, della Internationale Hegel Vereinigung, del Centro per la Riforma dello Stato. Le sue ricerche riguardano la storia della filosofia, la filosofia politica e del diritto, la storia delle Istituzioni e la Massoneria. Ha lavorato in diverse Commissioni bicamerali d’inchiesta e speciali del Parlamento italiano. Tra le sue pubblicazioni: I sistemi morali (1998); Dallo “spirito tedesco” allo “spirito vivente”: K. Jaspers e il collo del terzo Reich (2002); La vergogna dell’armadio. Ricerche, verità e metafore sui crimini di guerra e sulla Magistratura militare (2009); Educare è autoeducarsi. Pedagogia, ermeneutica e filosofia pratica in G. Gentile e in H.-G. Gadamer (2010); Ermetismo e Massoneria. (2012); Politica e diritto nel pubblico impiego (2013); Phronesis und Kontingenz. (2014); “Dal Dio della Chiesa al Dio della propria coscienza”. G. Gentile tra il Parlamento e il Sant’Uffizio (2014).