Arnaldo Alberti

Eclisse liberale

Informazioni
Prefazione di: Dick Marty

Collana: Eterotopie
2018, 278 pp.
ISBN: 9788857547411
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Sinossi

Slavoj Žižek, definito dalla stampa anglosassone il filosofo più pericoloso dell’occidente, nel suo libro dal titolo In difesa delle cause perse, scrive: “Tuttavia quando il popolo si sveglia dal suo sonno apolitico, di regola avviene in forma di rivolta populista di destra: non è strano che molti tecnocrati liberali illuminati ora si chiedono se la precedente forma di ‘apatia’ non fosse una benedizione dissimulata.
Si deve fare attenzione al fatto che anche questi elementi che si mostrano come puro razzismo di destra, rappresentano uno spostamento delle proteste della classe operaia: ovviamente c’è una forma di razzismo nel domandare la fine dell’immigrazione di lavoratori stranieri che pongono una minaccia all’occupazione. Tuttavia, si deve prendere in considerazione il semplice fatto che l’afflusso dei lavoratori immigrati dai paesi postcomunisti non è la conseguenza della tolleranza multiculturale, ma è parte della strategia del capitale per mettere in scacco le rivendicazioni dei lavoratori. [...] Così, per ironia della sorte, il populismo razzista di destra oggi è la migliore prova che ‘la lotta di classe’, lungi dall’essere ‘obsoleta’ continua. La lezione che la sinistra dovrebbe imparare da esso è che non si deve commettere l’errore simmetrico a quello dello spostamento/mistificazione razzista populista dell’odio verso gli stranieri, e ‘buttare il bambino con l’acqua sporca’, ovvero, limitarsi a opporre al razzismo populista contro gli immigrati l’apertura multiculturale, trascurando il contenuto di classe spostato – per benevola che voglia essere, la mera insistenza sulla tolleranza è la forma più perfida di lotta di classe antiproletaria.”

Arnaldo Alberti è un uomo di cultura, uno dei pochi intellettuali del cantone (il Canton Ticino, Svizzera) impegnato da decenni nel dibattito politico e nella denuncia implacabile dell’appiattimento e dell’imbarbarimento del confronto delle idee. Un personaggio rispettato ma scomodo. La sua retorica è senza fronzoli, diretta, talvolta brutale, spesso appare eccessiva, ma sempre coerente con le verità che richiama alla nostra attenzione. Un fedele, tuttavia. Instancabile e spesso spietato critico delle derive del PLR (Partito Liberale Radicale), rimane fedele al partito contrariamente ad altri che se ne sono andati delusi e stanchi di combattere. Alberti non abbandona, non tace, dice ad alta voce ciò che molti altri pensano, rimane liberale radicale. È il PLR che è cambiato, afferma. Lui è rimasto fedele agli ideali, non così i recenti amministratori del partito che hanno soffocato il dibattito nel nome di un unanimismo, asserita premessa di efficacia. Disturba al punto che certi media “indipendenti” non pubblicano i suoi contributi, anteponendo la preoccupazione di non infastidire la quiete dei propri abbonati alla libertà di espressione così spesso celebrata solo a parole.

Arnaldo Alberti (1936) vive a Locarno. Scrive romanzi, racconti, radiodrammi e collabora a periodici e quotidiani della Svizzera italiana. Ha pubblicato i romanzi: La famiglia di Beatrice (1984), Via Sant’Antonio (1987), CH 91 (1994), Evviva il Duce (2005), Giusquiamo nella Trilogia di Locarno (2010) e la raccolta di saggi Presente e passato (2007) e di racconti 18 racconti (2012). Nell’aprile del 2016 per Narrativa/Meledoro di Mimesis ha pubblicato il romanzo Gente di Brissago.