L’imagosfera contemporanea ci propone immagini fisse, simulacri riproducibili all’infinito, dove la multidimensionalità del Sé si nasconde dietro la variopinta monodimensionalità del selfie. Occorre, allora, lavorare a una nuova antropologia dell’iconico. Per farlo ci viene in aiuto la filosofia di Gaston Bachelard in grado di dar conto della logica figurale propria dell’esperienza estetica delle immagini e della radice antropologica che la caratterizza, facendo segno verso una metafisica dell’immaginazione.
Renato Boccali insegna Estetica e Filosofia dell’arte all’Università IULM di Milano ed è coordinatore della Cattedra UNESCO “Studi culturali e comparativi sull’immaginario”, attiva presso lo stesso Ateneo. I suoi interessi si rivolgono principalmente alle teorie e alle pratiche dell’immagine nel mondo contemporaneo, alla tradizione fenomenologico-ermeneutica, in particolare di matrice francese, alla filosofia della traduzione nonché ai rapporti tra filosofia e letteratura. Tra le sue pubblicazioni: Paul Ricoeur, Ermeneutica delle migrazioni. Saggi, discorsi, contributi, edizione critica (Milano, 2013), L’ecologia del visibile. Merleau-Ponty teorico dell’immanenza trascendentale (Milano 2011), La narrazione come traccia. Percorsi e forme del raccontare attraverso lo sguardo del Novecento, con A. Fioravanti e G. Saccoccio (Roma 2002).
Maria Bettetini - Il Sole 24 Ore, 4 febbraio 2018,
"Sopravvivere alle immagini"
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