L’emergere, nel Novecento, di poetiche marcate da una complessa visione geografica, biologica, nonché ecologica, e il sempre più intenso ricorrere, da parte dei poeti, ad asciutti e non filtrati termini tecnico-scientifici, pongono seri problemi ermeneutici al commentatore – letterato o filosofo che sia. Categorie estetiche note e ben documentate, infatti, come “paesaggio” o “Naturlyrik”, pur con tutto il loro armamentario filosofico e letterario, raramente ormai centrano il bersaglio. Questo libro introduce una nuova prospettiva interpretativa, quella di Geopoetica, sondandone la potenzialità euristica e dimostrando come questa sia in grado di enucleare e comprendere proprio quella particolare «conscience géographique» (J.-M. Besse), quel sapere territoriale che è conoscenza del mondo, della natura e dei suoi processi, e che costituisce sempre più il midollo della moderna produzione poetica. Il sapere acquisito in termini di geopoetica e metodologia geo-ecosistemica di analisi letteraria si traduce, nella seconda parte del saggio, nell’interpretazione di testi esemplari di due autori-chiave del secolo passato, Eugenio Montale e Paul Celan.
Federico Italiano (Novara, 1976) vive tra Vienna e Monaco di Baviera. Ricercatore presso l’Accademia Austriaca delle Scienze (ÖAW), insegna Letterature Comparate alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera. Poeta, saggista, traduttore, curatore di miscellanee e antologie sulla poesia contemporanea, collabora con diversi periodici italiani e stranieri, come «Atelier», «Alias» (supplemento de «il manifesto») e «Akzente».
Sottotitolo | Aspetti di geopoetica in Montale e Celan |
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ISBN | 9788884839091 |
Pagine | 185 |
Data di pubblicazione | 2009 |
Autore | Federico Italiano |
Collana | Filosofie |
Brand | ![]() |
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