Il libro ricostruisce il percorso che porta Camus a cercare una via di uscita dall’assurdo e dalle conseguenze nichiliste in esso implicate. Sulle forme e sugli esiti del superamento dell’assurdo verte la parte centrale del saggio, volta ad analizzare la struttura dialettica della rivolta, l’ambiguo nesso che si viene a creare tra rivolta e movimento rivoluzionario, il risultato totalitario derivante da un uso costante e metodico della violenza. Nella messa a punto di una politica basata sull’idea di limite si riassume la scelta antistoricista e antiassolutista di Camus. Nel sottolineare la funzione cruciale che l’opposizione tra totalitarismo e federazione svolge nel socialismo antiautoritario dello scrittore, il saggio intende mostrare come la suddetta antitesi, col suo carico di istanze antisovraniste, resti un tema costante, destinato a giocare un ruolo di rilievo nel modo stesso in cui Camus affronta la questione algerina.
Daniela Andreatta ha insegnato Filosofia delle Scienze Sociali e Teoria dello Stato all’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni: L’ordine nel primo Proudhon. Alle fonti dell’anarchia positiva (1995); Tra mito e scienza. La revisione del marxismo nel pensiero politico di Georges Sorel e di Enrico Leone (1999); L’uno e i molti nel federalismo di P.-J. Proudhon (2007); Proudhon dall’anarchia alla federazione (2010).
Sottotitolo | La scommessa di Camus |
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ISBN | 978-88-5754-346-8 |
Pagine | 222 |
Data di pubblicazione | 2017 |
Autore | Daniela Andreatta |
Collana | Filosofie |
Brand | ![]() |
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