“È necessario oggi, ancora e sempre più, educare all’immagine, guardare ad autori che sono mossi da loro personali esigenze espressive e comunicative, sia pure meno ‘popolari’, consapevoli dell’evoluzione linguistica della fotografia, non coinvolti in ideologie o retoriche del consumismo, della ipertecnologia, dei nuovi media.
C’è bisogno di una nuova alfabetizzazione che richiede di comprendere l’evoluzione storica della fotografia e poi sperimentare i ‘modi’ della visualizzazione, come le variazioni del punto di vista, dell’attimo della ripresa, per capire il divenire dell’immagine e quindi scegliere infine quello che corrisponde al proprio ‘modo di vedere’, che è anche un giudizio sulla realtà.”
“Niente incarna l’anima dell’Occidente più profondamente della fotografia. Meglio e più di ogni altra cosa, essa rappresenta l’intima essenza della cultura occidentale. Più precisamente possiamo dire: la fotografia è tout court il sentire dell’Occidente. Più che con la forza delle armi, è con la fotografia prima e col cinema dopo che l’Occidente ha occidentalizzato il mondo. Possiamo quindi dire che quella della fotografia è una questione fondamentale, che i filosofi dell’Ottocento e del Novecento non hanno saputo cogliere.”
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