Frantz Gotthard Howitz

Su follia e imputabilità

Un contributo alla psicologia e al diritto

Informazioni
A cura di: Ingrid Basso
Prefazione di: Pio Colonnello

Collana: Percorsi di confine
2017, 176 pp.
ISBN: 9788857544861
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Sinossi

L’imputabilità dei criminali “folli” è, in Europa, nelle prime decadi dell’Ottocento, un problema ancora aperto. Sebbene sul versante giudiziario faccia scuola il Code pénal napoleonico del 1810, resta tuttavia ancora da tracciare una vera e propria demarcazione epistemologica del campo di indagine. Il trattato del 1824 del giovane medico legale danese Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) Su follia e imputabilità cerca di rispondere a questi interrogativi da un punto di vista medico, giuridico e, soprattutto, filosofico. In opposizione alla dottrina kantiana della libertà, Howitz è convinto, sulla scorta degli empiristi inglesi, che la disposizione razionale dell’uomo che ha, al suo opposto, la degenerazione nella follia, consiste in una capacitas motivorum che non ha un particolare legame con la sfera morale, dipendendo piuttosto dalla costituzione fisiologica dell’individuo. Il trattato di Howitz darà adito alla più accesa e prolungata diatriba nella storia della filosofia in Danimarca, la cosiddetta Howitzfejde, i cui echi, grazie alla voce di Kierkegaard, sembrano essere passati anche nel dibattito epistemologico dei maggiori esponenti della corrente fenomenologico-esistenziale.

Frantz Gotthard Howitz (1789-1826), medico danese, fu professore di Farmacologia e Medicina legale all’Università di Copenaghen dal 1819 fino alla morte, avvenuta prematuramente. Grande viaggiatore in gioventù, dalla vivace curiosità intellettuale, sempre aperto alle sollecitazioni scientifiche e filosofiche provenienti soprattutto da Francia, Germania e Inghilterra, fu nominato direttore del carcere e riformatorio di Christianshavn nel 1819, esperienza che lo portò a confrontarsi con la problematica della relazione tra follia e imputabilità, della quale il libro del 1824 è frutto. I suoi studi all’avanguardia nel campo della patologia mentale e la sua pratica clinica diedero grande impulso alle innovazioni introdotte in quegli anni presso il Frederiks Hospital di Copenaghen.

Ingrid Basso (1976) è ricercatrice in Filosofia teoretica presso l’Università Cattolica di Milano. Dottore di ricerca presso la Scuola Internazionale di Alti Studi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ha approfondito il pensiero di Kierkegaard come Research Fellow presso il Søren Kierkegaard Research Center dell’Università di Copenaghen e la Howard V. and Edna H. Hong Kierkegaard Library del St. Olaf College, Northfield, Minnesota USA. Di Kierkegaard ha tradotto in italiano gli appunti delle lezioni berlinesi di Schelling sulla Filosofia della Rivelazione (Bompiani 2008) e, oltre a diversi articoli in lingua italiana e inglese, ha pubblicato una monografia su Kierkegaard uditore di Schelling (Mimesis 2008) e su Søren Kierkegaard e la metafisica di Aristotele (AlboVersorio 2015).