Milan Nápravník
La magia del Surrealismo
«Da un punto di vista surrealista, la poesia non può essere intesa altrimenti che come un’esperienza personale, individuale, che ha luogo su un livello magico, che tocca l’essenza dell’esistenza di ogni vita. [...] Se diciamo che la poesia o un dipinto [...] ha in sé la poesia, significa che ci offre l’esperienza poetica inculcatavi dall’inconscio di un poeta o di un pittore. In realtà, [i testi creativi] sono semplicemente traslocatori, più o meno efficaci, di esperienze magiche registrate dal pittore o dal poeta capace, in circostanze favorevoli, di trasferire queste esperienze in senso analogico nell’eventuale lettore» (Milan Nápravník, Le fonti della poesia, 1991)
Milan Nápravník (1931-2017), artista a tutto tondo (poeta, prosatore, saggista, fotografo, scultore e pittore), negli anni ’50 aderì al gruppo dei Surrealisti cecoslovacchi. Emigrato dopo l’invasione russa del 1968, da allora ha vissuto tra Praga e Colonia. Ha scritto varie opere poetiche, dalle quali è possibile tracciare lo sviluppo della sua arte, a partire dagli esperimenti linguistici, che sottolineano il carattere emozionale dell’espressione e dell’attività poetiche, fino alla poetica plasmata dalla contemplazione, che registra il movimento della realtà interiore. È autore di numerosi studi etnografici, di storia della religione, poesia e del rapporto tra emozione e realtà.