Montaigne o la profondità della carne

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Collana: Transiti
2015,
ISBN: 9788857529776
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Sinossi

Montaigne o la profondità della carne indaga l’atteggiamento non vinto, e anzi quasi ginnico, che il grande scrittore francese ostenta davanti ai morsi del mal de la pierre (oggi parleremmo di calcolosi renale) unitamente al veleno di giudizi tranchant, suoi e importati, coi quali egli intende demolire la possibilità stessa di un’epistemologia medica. Dopo Petrarca, Montaigne rinnovava dunque i termini di una polemica contra medicos a cui peraltro il Cinquecento fu partecipe con notevole lena. Nel doppio nodo della malattia e dell’assoluta vacuità delle diagnosi e delle prognosi rifilate a caro prezzo da dottori inchiodati all’incompetenza, si raccolgono innumerevoli problemi, al fondo dei quali non è difficile riconoscere la questione del corpo, del suo statuto, della sua pesantezza e, ciò che più conta, del nesso inspiegabile e indubitabile con l’esprit. Fatto di pezzetti, ognuno dei quali va per conto suo, il corpo non è un oggetto o una rappresentazione di cui ritrovare la verità oltre le cose sensibili. Uomo del Rinascimento, Montaigne si colloca agli antipodi del progetto medievale di disincarnare l’anima allontanandola dal corpo. Il corpo è il campo totale delle nostre esperienze volontarie e involontarie, non la prigione dell’anima. Detto in estrema sintesi, il corpo è il nostro vissuto e la nostra memoria. L’autore dei Saggi vi scorge anche l’anamnesi incarnata del padre. Infatti, ha derivato da lui il mal de la pierre che lo molesta, ma senza che il suo esprit sia ammutolito dal male. È per questo se, nonostante tutto, la malattia diventa una figura dello stile di Montaigne. Il lettore dei Saggi lo constata leggendo di un uomo che non cessa di combattere il male che lo affligge senza distogliersi dal suo vivere consueto, come si conviene a chi è privo di illusioni e affrancato da ogni intimazione. Controllare le proprie malattie è però impossibile e Montaigne lo sa bene. Seguendo i differenti fili che si intrecciano nel gran tema del corpo, Carlo Montaleone offre una lettura radicale dei Saggi. In questo capolavoro del Cinquecento, egli vede delinearsi un immenso campo d’esplorazione dell’io. Reso dalla riflessione autobiografica sempre più individualizzato, ma perciò stesso capace di una presa sempre più ampia, Montaigne viene descritto come colui che sperimenta il possibile attraverso lo spazio-tempo della scrittura, ispirato dalla libertà congetturale propria dell’humaine condition.

Carlo Montaleone ha insegnato Antropologia filosofica nell’Università Statale di Milano. È autore di molti libri e saggi su autori moderni e contemporanei, da Hume a Weber, da Durkheim a Feyerabend, da Popper a Davidson. I suoi interessi attuali si volgono al Cinquecento. Tra le pubblicazioni più recenti si contano Cervantes o la logica della follia, Torino 2005 e Oro, cannibali, carrozze. Il Nuovo Mondo nei Saggi di Montaigne, Torino 2011. 

Recensioni

Sebastiano Grassi, Il Corriere della Sera, 20 luglio 2016
"Al confine tra il corpo e lo spirito"
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