Gilles Châtelet
Le poste in gioco del mobile
La scienza pensa: questo potrebbe essere il motto di Gilles Châtelet, e della tradizione epistemologica francese. Pensa nei diagrammi in cui si uniscono l'intuizione e la discorsività, e nei gesti che rinviano ad un'indefinita riattivazione delle forme. Gilles Châtelet mostra l'articolazione tra algebra e geometria, tra matematiche e realtà fisica, e, soprattutto, tra le operazioni di un essere finito e l'automanifestazione della Natura. Così, i confini dell'epistemologia sono oltrepassati in direzione di una dialettica che riattualizza le grandi speculazioni del Romanticismo e dell'Idealismo, ma dall'interno delle procedure scientifiche, nei punti in cui la costruzione razionale lascia trapelare un dinamismo più riposto. Contro ogni riduzionismo o utilitarismo, le 'poste in gioco' di quest'opera riguardano il significato delle scienze e la comprensione dell'Essere come mobilità e autodeterminazione.
Gilles Châtelet (1945-1999), matematico e filosofo, ha insegnato nell'Università di Paris VIII-Vincennes ed è stato direttore di programma presso il Collège International de Philosophie. Autore del pamphlet Vivre et penser comme des porcs (1998).
Jean-Toussaint Desanti (1914-2002), filosofo, ha insegnato allìENS di rue d'Ulm e in Sorbonne. Ha cercato di articolare la fenomenologia di Husserl e l'epistemologia di Jean Cavaillès in Les Idéalités mathématiques, Seuil, Paris, 1968.
Andrea Cavazzini membro dell'Associazione culturale 'Louis Althusser' e del Groupe de Recherches Matérialistes (ERRAPHIS Université de Toulouse-Le Mirail/Ecole Normale Supérieure rue d'Ulm), collabora con Maria Turchetto presso l'Università di Venezia 'Cà Foscari'.