in principio è la terra

Informazioni
A cura di: Ilaria Bignotti; Francesco Arecco; Giacomo Ghidelli; Matteo Reale

Collana: Resilienze
2016, 99 pp.
ISBN: 9788857539324
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Sinossi

Abbiamo delle idee. Abbiamo voglia di riflettere sul rapporto fra l’uomo e la terra. Fra il biologico e il geologico. Fra la scultura e il fruitore della scultura. Abbiamo lo stimolo di una natura antropizzata e rigogliosa. Di luoghi che custodiscono la storia sotto un cotico lussurreggiante. Luoghi che portano su di sé un ambiente non originario, ma lo fanno con una naturalezza che confonde, in tal senso, e fa pensare al naturale. Abbiamo un Movimento di resilienza italiana. Abbiamo la storia di un Festival che si chiamava Incontemporanea e che si teneva a Ovada. Abbiamo il Festival Si Sale, nel Monferrato, che alla sua seconda edizione cambia nome ed estende l’area a Langhe e Roero. Insomma, il Piemontesud, un po’ uscita autostradale un po’ luogo magico, anzi soprattutto questo. Abbiamo un Assessore Regionale che ci stimola e ci offre idee e lavoro per produrre questi festival. Abbiamo associazioni che dialogano: Due Sotto l’Ombrello, Hiroshima Mon Amour, Produzioni Fuorivia. Abbiamo Sindaci e Assessori Comunali, e Pro Loco che comprendono, accettano, rilanciano. Abbiamo amici. Abbiamo idee. Abbiamo Soprintendenze museali e archeologiche, al Forte di Gavi e a Libarna, pronte ad accogliere progetti con entusiasmo e collaborazione. Abbiamo la generosità delle guide ai siti, che hanno avuto la buona idea di includere la mostra nel normale percorso di visita. Abbiamo strutture di sostegno ai siti quali gli Amici del Forte e Libarna Arteventi. Abbiamo un nucleo di scultori pronti a rispondere. Di ogni età e di ogni provenienza. Abbiamo un concorso per giovani scultori per il quale si propongono in molti ed eccellenti. E che viene vinto da due studentesse di Brera - Alessia Consonni e Gaia Carboni - che non formano un collettivo ma che sanno lavorare insieme e relazionarsi con un committente. Abbiamo una loro residenza a Gavi, alla ricerca delle terre con cui lavorare, e il loro viaggio alla scoperta degli artisti che qui abitano. Abbiamo galleristi e fondazioni che approvano, sostengono, si appassionano. Abbiamo Vito Boggeri, artista di lungo e forte corso che decide di associare una sua lettura pittorica alla mostra di scultura. Abbiamo la Riserva del Neirone, e l’ambiente unico dello Scrivia. Abbiamo editori che seguono contribuiscono e amplificano il lavoro. Abbiamo lo stimolo del Consorzio Tutela del Gavi, che ha deciso di promuovere culturalmente il territorio che dà il nome al suo vino. “Abbiamo il coro voci bianche dell’Associazione A.F. Lavagnino che aderisce anche prima di capire ad una proposta di performance sonora e visiva”. Abbiamo l’appoggio di imprenditori, albergatori, ristoratori, baristi, passanti, turisti, viaggiatori. Abbiamo delle idee. Abbiamo tanto. Troppo forse? No, in questo Piemontesud occorre cercarsi gli amici con la lanterna nella nebbia, per tutto il lunghissimo inverno. Il tanto, il calore, la festa, qui, non sono mai troppo. Queste mostre, questi festival sono una grande manifestazione esteriore di tante persone e di tanti pensieri che lavorano per tutto l’anno. Un festival è come un fungo. Resta tutto l’inverno nascosto come ife sottoterra. E poi emerge per un breve periodo - in genere a fine estate. Per farsi vedere e per vedere. Per dare un senso allo studio e alla riflessione. Per contare ciò che ha. Affinché ogni nuovo anno quello che è il nostro patrimonio (l’avere), resiliente, si trasformi in essere.