Anthropos
Pensieri, parole e virtù per restare uomini
Collana: Classici contro
2020, 250 pp.
ISBN: 9788857563893
L’uomo come misura di tutte le cose, l’uomo come centro saliente di ogni pensiero e di ogni arte; ma anche l’uomo travolto dalle Moire, dalle proprie passioni. Esiste nella Grecia antica una nozione di uomo che inerisca specificamente alla natura dell’anthropos in opposizione ad altri esseri viventi e al vasto e molteplice mondo delle divinità? Da Protagora a Seneca, da Sofocle a Lucrezio, prosegue l’indagine sulla possibile definizione di una sostanza e di una qualità comune a tutti gli esseri umani. I dubbi sono molti. Ancora qualche anno fa si intravedeva un’ombra di fiducia. O almeno di speranza. Il pensiero cercava qualche appiglio, magari nella metis degli uomini tra il Prometeo di Eschilo e quello di Leopardi. Ma se fissiamo oggi l’attenzione sui problemi del nostro anthropos quotidiano, sulle risposte che sappiamo dare, non si può cancellare quello che vediamo. È un pensiero antico, già l’Odisseo di Plutarco aveva compreso che non siamo al centro del mondo, che lupi, leoni, cinghiali sono migliori di noi. Allora, come farebbero Glauco e Sarpedone nei loro discorsi dell’Iliade, proviamo a raccogliere qualche pensiero per noi stessi, per noi uomini in difficoltà. Cerchiamo d i ritrovare le virtù che ci permettano di vivere insieme, di guardare al futuro, di superare le sofferenze di cui noi stessi siamo responsabili. Certo, non c’è violenza, piaga, malattia, disperazione che possiamo evitare. È forse allora la resistenza, quella che i Greci chiamavano tlemosyne, la virtù che in qualche modo ci salva: è il coraggio di non venir meno all’ultimo desiderio, di non interrompere la ricerca, di trovare un significato diverso dalla nostra arroganza, dall’avidità, dalla violenza, dalla stoltezza, consapevoli di quello che siamo, dei nostri limiti e dei nostri vizi. Di qui ogni volta si potrà ricominciare.
Alberto Camerotto insegna Lingua e letteratura greca all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si interessa di epica greca e delle strategie della narrazione, ma anche di parodia, di commedia e di satira antica. È l’ideatore, con Filippomaria Pontani, del progetto Classici contro che porta la voce dei classici antichi nei teatri d’Italia, in particolare al Teatro Olimpico di Vicenza. È il responsabile del Laboratorio di Letteratura Greca ALETHEIA. Collabora con progetti e gruppi di ricerca in Italia e all’estero. Tra le sue pubblicazioni: Fare gli eroi. Le storie, le imprese, le virtù: composizione e racconto nell’epica greca arcaica (Padova 2009); Gli occhi e la lingua della satira. Studi sull’eroe satirico in Luciano di Samosata (Milano-Udine 2014); La satira del successo. La spettacolarizzazione della cultura nel mondo antico (tra retorica, filosofia, religione e potere) (Milano-Udine 2017); Luciano di Samosata. Menippo o la negromanzia (Milano-Udine 2020). Ha pubblicato di recente un esperimento di scrittura satirica secondo le regole antiche: Vedere Venezia. Treni satirici quotidiani (2020).
Filippomaria Pontani insegna Filologia classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa della tradizione manoscritta di testi greci in età antica, bizantina e umanistica, ed è impegnato da anni nell’edizione dei commenti antichi e medievali all’Odissea di Omero (voll. I-IV, Roma 2007-2020). Ha pubblicato saggi su testi greci e latini (da Saffo a Callimaco, da Eschilo a Demostene, da Pindaro a Catullo), e sulla letteratura bizantina (da Eustazio di Tessalonica a Gemisto Pletone), umanistica (gli Epigrammi greci di Angelo Poliziano, Roma 2002; gli Scritti omerici di C. Kondoleon, Leuven 2018) e neogreca (Poeti greci del Novecento, con N. Crocetti, Milano 2010), concentrandosi fra l’altro sulla grammatica e la filologia nell’antichità e a Bisanzio, sulla retorica, sull’allegoria, sulla facies letteraria di alcuni miti, e sulla traduzione poetica. Dal 2010 coordina con Alberto Camerotto il progetto Classici contro. Fa parte di gruppi di ricerca a Stoccolma e a Berlino, e ha coordinato un progetto FIRB. Scrive su “il Fatto quotidiano” e su “il Post”.
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