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Dodici racconti che dischiudono il microcosmo della famiglia e delle relazioni personali con una prosa minimalista in cui gli oggetti parlano più dei personaggi, antieroi prigionieri della quotidianità. Per la prima volta in Italia la voce di una delle più importanti rappresentanti della prosa breve in Ungheria.
Edina Szvoren insegna solfeggio e teoria musicale al Liceo Bartók di Budapest. La sua prima raccolta di racconti, Pertu (2010), è stata subito insignita di numerosi premi. L’opera che qui si presenta, pubblicata nel 2012, è stata tradotta in numerosi paesi e lodata dai critici per il suo stile ironico vicino alla prosa analitica di Péter Nádas. Szvoren pubblica i suoi testi nelle più importanti riviste letterarie ungheresi. Nel 2015 è uscita la sua terza raccolta di racconti.
ISBN | 978-88-5754-164-8 |
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Pagine | 268 |
Data di pubblicazione | 2017 |
Autore | Edina Szvoren |
Traduzione di | Claudia Tatasciore |
Collana | Elit |
Brand | ![]() |
History | Color sit amet, consectetur adipiscing elit. In gravida pellentesque ligula, vel eleifend turpis blandit vel. Nam quis lorem ut mi mattis ullamcorper ac quis dui. Vestibulum et scelerisque ante, eu sodales mi. Nunc tincidunt tempus varius. Integer ante dolor, suscipit non faucibus a, scelerisque vitae sapien. |
Giulia Sperini - mangialibri.com, 14 marzo 2018
"Non c'è, e non deve esserci"
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Andrea Rényi - flaneri.com, 20 febbraio 2018
"Antieroi e microcosmi"
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Gioacchino Toni - ilpickwick.it, 23 gennaio 2018
"Il minimalismo denso di Edina Szvoren"
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Alessandro Zaccuri - Avvenire, 26 novembre 2017
"Szvoren in lingua straniera"
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Cinzia Franchi - Il Manifesto, 16 novembre 2017
"Racconti di un'Ungheria famigliare e quotidiana"
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