L’esperienza di un laboratorio di poesia, declinata nella stagione primaverile degli anni 2014, 2015, 2017, con i detenuti della casa di reclusione di Padova è occasione di conoscenza di sé e dell’altro. I pensieri dei carcerati, depositati su pagine di quaderno, durante gli incontri, sono motivo di narrazione in versi e in prosa poetica. Dalle parole dei reclusi fioriscono risposte a desideri, speranze e tormenti in forma di canto, sospeso tra realtà, surrealismo e onirico.
Marina Agostinacchio vive a Padova, dove è nata nel 1957 e si è laureata con una tesi sugli scritti letterari di Antonio Banfi. Dal 1983 insegna Lettere nella scuola.
Nel 2002 è stata tra i vincitori del premio internazionale Eugenio Montale per l’inedito. Sul n. 178 (dicembre 2003) di “Poesia”, la rivista di Nicola Crocetti, è uscito Elegia, un poemetto dedicato al padre.
Ha pubblicato le seguenti raccolte: Porticati (2006); Azzurro, il melograno (2009); Lo sguardo, la gioia (2012); Tra ponte e selciato, con illustrazioni di Paola Munari, (2014); Statue d’acqua corredato da illustrazioni e incisioni dell’artista Elena Candeo (2015).
Silvio Ramat - Poesia, febbraio 2020
"Lo scaffale di poesia"
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Massimo Vezzaro - lideamagazine.com, 19 ottobre 2019
"La realtà quotidiana e il resto"
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F.Capp. - Il Gazzettino - Ed.Padova, 23 settembre 2018
“Bab El Gherib, raccolta di poesie dei detenuti del Due Palazzi"
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