La teoria psicoanalitica di Jacques Lacan occupa un posto di grande rilevanza nella poesia di Andrea Zanzotto. Questa presenza è indagabile a più livelli: dall’uso intertestuale di termini e concetti all’assunzione operativa di prospettive teoriche. Il saggio offre una ricostruzione rigorosa di queste dimensioni dell’opera di Zanzotto, prestando particolare attenzione alle loro interazioni con le teorie della fase più strutturalista dell’itinerario lacaniano, ma cercando soprattutto di mostrare la presenza e l’incidenza dei concetti dell’ultima fase, quella più orientata dal registro del reale. Partendo da questo allargamento, l’autore esplora un’ulteriore prospettiva d’indagine, quella che vede Zanzotto, al di là del proprio sapere su Lacan, impegnato nel confronto della parola poetica con l’impossibile a dire. È questa la dimensione più feconda del rapporto tra il poeta Zanzotto e lo psicoanalista Lacan. È questo il viaggio a cui il lettore audace è chiamato in questo saggio.
Alberto Russo Previtali è dottore di ricerca in Italianistica (Université de Lorraine/Università degli Studi di Milano), membro associato dell’Associazione Lacaniana Italiana di psicoanalisi e dell’équipe di ricerca “Il Laboratorio” dell’Università di Tolosa “Jean Jaurès”. Ha curato l’edizione del saggio di Pierre Bruno, Antonin Artaud. Realtà e poesia (2011) e del volume Lo straniero, il nome dell’uomo. Psicoanalisi e forme dell’alterità (con G. Ricci, 2016). È autore del saggio Il destinatario nascosto. Lettore e paratesto nell’opera di Andrea Zanzotto (2018).
Sottotitolo | L’impossibile e il dire |
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ISBN | 9788857553511 |
Pagine | 194 |
Data di pubblicazione | 2019 |
Autore | Alberto Russo Previtali |
Collana | Altro discorso |
Brand | ![]() |
History | Color sit amet, consectetur adipiscing elit. In gravida pellentesque ligula, vel eleifend turpis blandit vel. Nam quis lorem ut mi mattis ullamcorper ac quis dui. Vestibulum et scelerisque ante, eu sodales mi. Nunc tincidunt tempus varius. Integer ante dolor, suscipit non faucibus a, scelerisque vitae sapien. |