Il capitalismo divino

Colloquio su denaro, consumo, arte e distruzione

Informazioni
A cura di: Marc Jongen
Postfazione di: Paolo Perticari

Collana: Impronte
2011, 162 pp.
ISBN: 9788857506425
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Sinossi

Dallo scoppio della crisi economica globale, il linguaggio finanziario ha monopolizzato i media e il dibattito politico internazionale. Un nuovo linguaggio monetario ha scalzato le categorie dell’analisi sociale e dell’azione politica attraverso una profonda trasformazione sistemica ancora in corso. Un gruppo di filosofi tedeschi, tra cui Boris Groys e Peter Sloterdijk, (con in appendice uno scritto di Walter Benjamin La religione del capitalismo) propone come risposta ai repentini mutamenti culturali e sociali del XXI secolo il concetto di “capitalismo divino”. L’interpretazione del capitalismo come religione sui generis, che coglie le recenti trasformazioni strutturali ed epocali meglio di altre categorie dell’economia politica ufficiale. Quest’ultima, infatti, risulta ampiamente coinvolta nella crisi e apparentemente incapace di gestirla, se non procrastinandone gli effetti più nefasti e lasciandoli in eredità alle prossime generazioni. Oltre la religione sincretista sviluppata dal capitalismo divino, emerge l’idea di una riflessione più serrata sulla realtà in cui tutti viviamo.

Peter Sloterdijk (Karlsruhe 1947) è considerato tra i più grandi filosofi tedeschi contemporanei. Rettore dell’Alta scuola di Stato per la formazione di Karlsruhe, insegna anche all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Tra le sue opere principali, la monumentale trilogia Sfere.

Boris Groys (Berlino 1947) è professore alla New York University. è uno dei più notevoli filosofi e commentatori d’arte sulla scena globale. Tra i suoi libri tradotti in Italia: Art Power; Post Scriptum comunista; Il sospetto; Il capitalismo divino.

Walter Benjamin (Berlino 1892-Port Bou 1940) è stato un filosofo, scrittore, critico letterario e traduttore tedesco. In fuga dalla Francia occupata dai nazisti, si è tolto la vita nella notte del 25 settembre 1940. Tra le sue opere più note: Infanzia berlinese, Il dramma barocco tedesco, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.

Edizione italiana a cura di Stefano Franchini