Oggetti contesi

Le cose nella migrazione

Informazioni
A cura di: Pierpaolo Ascari

Collana: Eterotopie
2020, 198 pp.
ISBN: 9788857568607
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Sinossi

Per diventare cose, ha scritto una volta Remo Bodei, gli oggetti devono assumere una valenza soggettiva, emergendo dal campo di forze che se ne contendono il significato. Il caso più emblematico di questa emersione rimane probabilmente quello dello smartphone, il cui avvistamento tra le mani di un migrante prelude spesso allo sfogo di retoriche xenofobe e razziste. Al lato opposto della contesa, internet risulta invece il medium diasporico per eccellenza, perché solo nel cyberspazio è possibile accorciare le distanze che separano chi parte da chi rimane e coloro che partono tra di loro, trasformando dispositivi come la parabola satellitare o il telefono in un “frammento di casa”. Gli anziani che tengono a portata di mano cellulari, telecomandi, orologi, libri e interruttori riconoscono a tali dispositivi la medesima funzione, attribuendo a determinati oggetti la capacità di preservare un regime di “sicurezza ontologica”. Il presente volume, allora, si potrebbe anche intendere come un tentativo di preservare la traccia delle cose occultate dalle gerarchie di classe, di razza e di genere che ne forzano l’oggettivazione.

Pierpaolo Ascari è professore a contratto di Estetica presso il Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Ha scritto Ebola e le forme (2016) e Corpi e recinti. Estetica ed economia politica del decoro (2019). Con Mimesis ha pubblicato Attraverso i confini. Lettura, storia ed esperienza estetica in Stendhal e Flaubert (2018). Collabora con il quotidiano “il manifesto”. 

Con testi di Selenia Marabello, Silvia Luraschi, Valeria Piro, Giuliana Sanò, Valeria Tonioli, Rosalba Nodari e Silvia Calamai, Ilaria Fiorentini, Maria Carolina Vesce, Gaia Cottino, Lidia Katia C. Manzo, Pierpaolo Ascari.