Soltanto il ritorno del Messia sancirà la totale distruzione del male. Sino ad allora l’attesa dell’anticristo, personificazione dei mali ancora operanti nel mondo e figura ereditata dalla tradizione ebraica, si farà sempre più ansiosa e opprimente. Ippolito nel suo singolare trattato De Antichristo, scritto in greco verso il 200, raccogliendo tutto ciò che la Bibbia offre sulla figura dell’antimessia, riesce a creare un’autentica “anticristologia”. La figura dell’oppositore di Cristo viene presentata dall’autore – sulla cui identità si è tanto dibattuto – all’interno di coordinate storico-politiche ben precise. L’impero romano, ai tempi delle persecuzioni dei cristiani, sebbene non sia cosiderato l’anticristo, avendolo in potenza già in sé, ne costituisce il preludio.
Teologo, santo e martire romano vissuto tra il II e III secolo, Ippolito è stato anche uno scrittore prolifico: sotto il suo nome la tradizione ci ha trasmesso numerosi scritti e frammenti, in prevalenza esegetici. Tra le sue opere più importanti si ricorda, il trattato sul Cantico dei Cantici, sul Libro di Daniele e Philosophumena.
Informazioni
Opzioni di acquisto
Edizione cartacea
€ 3,90 € 3,71
Sinossi
Ti potrebbe interessare