Patrizia Cipolletta

Speranza e differenza

Le passioni in alcuni pensatori del Novecento

Informazioni
Collana: Babel parole della filosofia
2012, 134 pp.
ISBN: 9788857513683
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Sinossi

La speranza è un’emozione o un passione? È un sentire passeggero e momentaneo, oppure può essere alla base della struttura della soggettività? Il Novecento ha decostruito il soggetto, andando alla radice delle aperture della sensibilità. Il libro si propone di percorre le tappe della filosofia della differenza, passando in esame il pensiero di Martin Heidegger, che riabilita le tonalità emotive, di Gilles Deleuze e Felix Guattari, che portano in primo piano la dissoluzione dell’io nella vita pulsionale e quello di Luce Irigaray che porta a parola la voce, per secoli solo emotiva, della donna. Seguendo le loro riflessioni si cerca di andare oltre la decostruzione e analizzare la speranza, per vedere se è ancora possibile, oggi, parlare di soggetto della scelta e di assunzione di responsabilità, e se sperare possa significare aprirsi al futuro senza cadere nel pensiero totalitario della modernità. L’eredità della filosofia della speranza di Ernst Bloch è il leitmotiv che accompagna questo exursus.

Patrizia Cipolletta, associato di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Roma Tre, ha sempre prestato attenzione alle tonalità emotive e alle atmosfere che vibrano nell’epoca della tecnica. Su ciò ha pubblicato i libri La tecnica e le cose. Assonanze e dissonanze tra Bloch e Heidegger (2001) e La speranza sottile. Heidegger tra differenza e nostalgia (2004); ha curato un numero di B@belonline/print (2008) sul clima emotivo dei primi del Novecento in Germania dal titolo Europa e Messia. Paure e speranza del XX secolo in eredità. Recentemente si è occupata delle passioni in Descartes e Elisabeth von der Pfalz (Emozioni e pratiche filosofiche. Elisabetta del Palatinato “consulta” Cartesio, 2011).