La tematizzazione della violenza comporta l’assunzione della sua dimensione culturale, mutevole nello spazio e nel tempo, e della sua connaturata ambiguità, poiché la violenza si ascrive spontaneamente alla categoria del “male” ma può essere giustificata in nome di un “bene” o del “Bene”. Superato il concetto di “civiltà” pregiudizialmente etnocentrico (prerequisito necessario ma non scontato), al cui vaglio ancora soggiace certa lettura dei fatti umani, la violenza perde i connotati dell’eccezionalità. Appare come elemento permanente e invasivo della storia umana, come una componente intrinseca ai comportamenti pubblici e privati, individuali e collettivi, quasi un dato impresso nel patrimonio genetico dell’umanità. In quest’ottica ogni cultura non può che incontrare varie forme di violenza e con esse variamente relazionarsi, per gestirle, neutralizzarle, indirizzarle, istituzionalizzarle, eventualmente fruirle. D’altra parte la violenza dell’essere umano non può essere ricondotta, in nome della sua riconosciuta generale pervasività, a mero fatto biologico, ad attitudine istintuale e animalesca, né liquidata come silenzio della coscienza, poiché trova sostanza nello “scorrere ininterrotto di pratiche, discorsi, parole e gesti costitutivi e costituenti”. Questo libro propone una riflessione articolata e multidisciplinare sul tema della violenza verbale, cioè individuabile nella comunicazione orale e scritta, letteraria e mediatica, privata e pubblica, in modo esplicito ma anche implicito o neutralizzato. L’obiettivo è quello di cogliere aree di intersezione e contiguità come elementi di rottura, registrabili nel passaggio fra una lingua e l’altra, ma anche fra diversi contesti storico- culturali, nella convinzione che maturare una più profonda coscienza della comunicazione sia strumento indispensabile per “incontrare” l’Altro.
Rossana Barcellona insegna Cristianesimo e culture del Mediterraneo e Chiese religioni e multiculturalismo all’Università di Catania. Principali filoni di ricerca: storia religiosa, sociale e istituzionale dell’Occidente cristiano (secoli II-VII); clero e sessualità; donne e religioni; storia dell’infanzia e cristianesimo; religioni e cinema; religioni e mediazione culturale. Fra le pubblicazioni: Fausto di Riez interprete del suo tempo. Un vescovo tardoantico dentro la crisi dell’impero (2006); Una società allo specchio. La Gallia tardoantica nei suoi concili (2012).
Teresa Sardella insegna Storia del cristianesimo e Cristianesimo e religioni all’Università di Catania. Ha pubblicato saggi e monografie su temi di carattere storico-istituzionale – storia del papato, storia dei concili, storia del diritto civile ed ecclesiastico – e di storia della cultura religiosa anche in chiave antropologica – demonologia, magia, santità, culto dei santi, agiografia siciliana. Tra le sue pubblicazioni Società Chiesa e Stato nell’età di Teoderico (1996), e l’edizione italiana de I canoni dei concili della chiesa antica (2008), con concili romani e decretali papali dei primi secoli cristiani.
Sottotitolo | Percorsi storico-linguistici |
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ISBN | 9788857555805 |
Pagine | 230 |
Data di pubblicazione | 2019 |
A cura di | Rossana Barcellona; Teresa Sardella |
Collana | Eterotopie |
Brand | ![]() |
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